Le radici: una passione di famiglia.
Mario Di Santo fondò Sweet Coffee Italia nel 2006.
Ma le origini di Sweet Coffee Italia risalgono al 1947, quando il padre Domenico emigrò in Brasile, spinto dalla necessità di ricostruire una vita dopo la guerra.
Qui, insieme alla sorella già residente, iniziò a commerciare prodotti alimentari, tra cui il caffè.
È in Brasile che nacque il suo interesse per il caffè, tostandolo manualmente in quelle che venivano chiamate padelle, un’arte che portò con sé al ritorno in Italia.
A casa, il caffè arrivava direttamente dal Brasile, spedito dalla sorella, e veniva tostato con cura nelle stesse padelle, diventando una tradizione familiare che affascinava Mario Di Santo sin da bambino.
Quella passione tramandata di generazione in generazione ha gettato le fondamenta per una realtà aziendale che oggi punta sull’innovazione e sulla sostenibilità.
La svolta arrivò con l'incontro di Gregorio Milella, esperto di induzione elettromagnetica.
Gregorio, noto per la sua determinazione e creatività, affrontava spesso notti insonni per risolvere problemi complessi.
Ogni mattina, tornava in azienda con nuove soluzioni, trasformando le difficoltà in opportunità. Dopo anni di ricerca, sfide tecniche e prototipazioni, l'azienda sviluppò una linea di tostatrici all’avanguardia, capaci di unire precisione e sostenibilità, trasformando l’intero settore.
Una visione di comunità e innovazione
Sweet Coffee Italia non è solo un’azienda, ma una comunità coesa.
La squadra, composta da professionisti giovani e motivati, lavora in un ambiente progettato per far sentire ogni membro valorizzato e parte di una grande famiglia. Il motto “sentirsi a casa in azienda” guida ogni aspetto della gestione, promuovendo un clima di rispetto e collaborazione.
L’approccio sinergico e la dedizione all’innovazione continua permettono a Sweet Coffee di navigare verso nuove sfide. Ogni innovazione non è solo un passo avanti tecnologico, ma un omaggio alla passione per il caffè che affonda le sue radici nel 1947.
L’evoluzione: dall’artigianalità all’innovazione tecnologica
Nel 1998, Mario Di Santo acquistò una torrefazione, avviando la sua carriera di torrefattore e affinando l’arte di riconoscere le sfumature uniche del caffè.
Questo periodo fu il trampolino di lancio per un'idea rivoluzionaria: realizzare tostatrici elettriche, più sicure ed ecologiche rispetto a quelle alimentate a gas.
Il gas presentava molte problematiche: dalle emissioni inquinanti alle autorizzazioni complesse, fino ai rischi di sicurezza. Con le tostatrici elettriche, si aprì un nuovo capitolo, reso ancora più innovativo dall’adozione dell’induzione elettromagnetica.